Martedì pomeriggio una ragazza di 23 anni ha subito molestie sessuali da parte di un 45enne egiziano in via Padova a Milano, nella più totale indifferenza dei passanti, nessuno dei quali è intervenuto alla sua richiesta di aiuto.
Barbara C., studentessa di arti motorie, era in strada, diretta ad un corso di ginnastica, e ascoltava tranquilla la musica con i suoi auricolari quando si è sentita toccare il fondoschiena e le parti intime da Abdel Azim G., successivamente fermato e identificato grazie al coraggio della ragazza.
Aggredita sessualmente dall’egiziano, Barbara si è divincolata e ha gridato per richiamare l’attenzione dei passanti, chiedendo aiuto, ma nessuno è accorso. Fortunatamente le urla della giovane hanno però messo in fuga l’aggressore, cui mancavano alcuni denti anteriori, particolare questo che ha reso facile il successivo riconoscimento.
La vittima infatti non si è persa d’animo e, dopo aver chiamato il 112, ha seguito l’egiziano a debita distanza, fino all’arrivo degli agenti.
I carabinieri del Nucleo Investigativo hanno quindi bloccato l’uomo, irregolare e con alcuni precedenti per furto, e lo hanno arrestato con l’accusa di violenza sessuale.
Il dott. Mitchell, noto neurologo di Philadelphia, era andato a letto dopo una giornata eccezionalmente faticosa. All’improvviso fu svegliato da qualcuno che bussava alla porta. Andò ad aprire e si trovò davanti una bambina vestita poveramente e profondamente sconvolta. La bimba gli disse che la sua mamma era molto malata e gli chiese il favore di andare con lei a visitarla. Era una notte gelida, nevosa, ma benché stanchissimo il dottore si vestì e seguì la piccola. Giunto a destinazione, trovò la madre della bambina a casa, sola, affetta da una grave polmonite. Le prestò le prime cure, poi telefonò all’ospedale per organizzare un ricovero per il giorno dopo; prima di congedarsi fece i complimenti all’ammalata per l’intelligenza e la bravura della sua bambina. La donna lo guardò in maniera strana e poi disse tristemente: "Mia figlia è morta un mese fa…". Aggiunse poi che il suo cappotto e le sue scarpine erano ancora nell’armadio dei vestiti, lì accanto. Stupefatto, il dotto...
