Il masso è stato recuperato dai vigili del fuoco e consegnato agli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. I tecnici hanno già escluso che sia di origine vulcanica, come conferma Sergio Gurrieri, direttore del centro INGV di Palermo: «La struttura è leggera e, messa in acqua, galleggia». Quindi non è un masso. Si suppone possa essere un pezzo di legno, saranno ulteriori esami a stabilire se ci sia della cellulosa nella sua composizione chimica. Per ora però non danno risposte certe sull’oggetto misterioso. «Purtroppo – dice Gurrieri – siamo delusi. Ogni studioso si augura di trovarsi tra le mani un meteorite: diventerebbe un caso di studio. Comunque daremo presto un responso certo».
Mario Nuccio, professore ordinario di Geochimica presso l’Università di Palermo ha invece commentato: «Non era impossibile che un meteorite cadesse in città, ma gli elementi del caso specifico mi hanno creato qualche perplessità sin da subito. A partire dalla minima distanza tra l’avvistamento della scia rossa e il ritrovamento della pietra: non è plausibile che un meteorite possa essere recuperato così vicino al luogo dell’avvistamento».
La cosa che resta senza spiegazione, al momento, è come mai una volta avvolto nel giornale, la carta aveva cominciato a fumare. Sicuramente l’INGV avrà una spiegazione anche per quello.